L’educazione biodinamica
Come imparare ad appoggiarsi nel palmo della quiete
La biodinamica è educazione alla percezione.
Ci educa a trovare lo stato di quiete. Ci educa a stare nello stato di quiete.
È una qualità speciale dove il riposo si appoggia nel palmo della quiete, dove c’è intimità di presenza in noi e tutto viene confermato dalla nostra biologia.
Ci permette di divenire consapevoli di ciò che sta guarendo. Ma cos’è la guarigione? Potrebbe essere il percorso verso l’integrità, verso la piena consapevolezza?
Durante una seduta posso usare l’anatomia o le varie teorie per immergermi pienamente nella dimensione del corpo. Queste teorie, poi, le metto sullo sfondo per approfondire il senso di me. Vivo pertanto il senso della totalità, dell’interrelazione con le persone, con lo spazio, con la natura attorno a me.
In tutto ciò c’è intimità e ritmo fluttuante.
Quando siamo sconnessi da noi stessi e non integri, siamo sofferenti. Alla base della sofferenza esiste un senso di silente nostalgia. Nostalgia della nostra natura di esseri viventi integri connessi alla nostra prima percezione. Connessi al momento in cui non eravamo ancora in contatto con il grembo del mondo, in una qualità percettiva che non conosceva ego.
Quindi in biodinamica aiutiamo le persone ad orientarsi alla natura di ciò che le supporta e che supporta la vita stessa. Quella speciale nostalgia, se la intendiamo come sintomo, ci suggerisce in modo evidente che tutti gli esseri viventi sono organizzati in tale modo per essere e rimanere un tutt’uno! È evidente, no?
Possiamo dire, quindi, che la continua tendenza ad essere e rimanere un tutt’uno ci fa accorgere di come stiamo?
Nel mio lavoro mi rendo continuamente conto che, interagendo con questa continua tendenza organizzativa vivente, transitiamo da un modo di fare, ad una modalità di ricevere, per arrivare ad essere!
Da qui riscopriamo le nostre priorità di base, i nostri bisogni primari: la voglia o forse la necessità, di sentirci al sicuro nelle relazioni, di essere riconosciuti, di essere accettati ed accolti in modo incondizionato.
La biodinamica ha tanta voglia di ricreare un ambiente adatto affinché tutti questi bisogni primari possano essere gradualmente integrati nella vita quotidiana.
C’è bisogno di molta compassione, di cuore e di campo. Il riverberare del cuore, che chiamiamo campo, è un posto di sosta straordinario… quell’appoggiarsi nel palmo della quiete.
Vale la pena provarci, no?
Tutto ciò a Foundations