L’intestino è il santuario della connessione con il mondo e il luogo incarnato del nostro metabolismo. Approcciarsi con cura e delicatezza significa qualificare il campo che ci contiene e supporta. E’ quell’ombelico a spirale che ci connette anche ai nostri antenati.
In questo contatto ventrale, molto bello ed intimo, è di fondamentale importanza considerare l’intestino tenue, nonché tutto il complesso viscerale, contenuto nella grande ed accogliente membrana peritoneale. Includendo, inoltre, la presenza del mesentere quale organo di mezzo e tensore organizzatore biodinamico, ci viene offerta un’esperienza palpatoria estremamente creativa della sospensione dell’intestino tenue.
Da questa immagine/percezione generale ci possiamo aggiungere anche la presenza di un’asse orizzontale di orientamento viscerale, proprio al centro della finestra spaziale creata dalle due mani, intorno alla quale tutti gli organi viscerali si orientano: il cordone ombelicale, ovvero, la linea mediana relazionale (sarà verticale con il cliente supino).
Per quanto riguarda la motilità degli organi viscerali, in questo caso l’intestino tenue, durante l’inalazione si allontanerà in senso antiorario dall’ombelico e durante l’esalazione si avvicinerà in senso orario.
Con la presa all’intestino tenue è possibile ridurre le infiammazioni endoteliali, ripristinando così l’alleanza discorsiva con gli altri sistemi della fisiologia umana.
Presa: con il cliente supino disteso sul lettino, appoggiamo entrambe le mani sul ventre lasciando libera l’area dell’ombelico (come nelle foto).