Anatomia di una sessione
L’accensione al concepimento
Qui sotto troverai un feedback di una sessione scritto a quattro mani. E’ stata una sessione alquanto toccante e molto potente.
Ho chiesto alla persona che ha ricevuto la sessione, Nicoletta in questo caso, di scrivere un suo personale resoconto di quanto vissuto. A fianco troverai, invece, il mio racconto da operatore.
Cliente
Stato di grazia
Ieri, durante la sessione, ho sperimentato uno stato mai vissuto prima.
Ho chiesto la sessione a Paolo a causa di una tensione mandibolare che perdurava da giorni, procurandomi scricchiolii durante la masticazione, difficoltà a parlare, a ridere. Sentivo anche i prodromi di un forte mal di testa.
Mi sono stesa al lettino senza aspettative, ma fiduciosa nel lavoro.
Dopo un primo assestamento ai piedi, in cui sono entrata in un profondo rilassamento, successivamente ho contattato e percepito una parte del mio corpo che mi ha procurato una reazione difensiva. Ho avuto la sensazione che si sollevasse un muro ed ho reagito piangendo, come per rilasciare delle forze che erano in atto in quel momento.
I due nuovi punti che Paolo stava contattando, la spalla e l’anca sinistra, mi sembravano morti, avvizziti, bruciati. Sorgeva la sensazione del tradimento. Sentivo che il muro che si era sollevato non mi concedeva di appoggiarmi da quel lato. Ho ascoltato e osservato ciò che succedeva e piano piano, ho sentito il muro assomigliarsi, ammorbidirsi ed iniziare a muoversi fluttuando.
Ad un certo punto, ho sentito che il mio corpo aveva terminato con quel lavoro, sembrava dire “basta così”. Anche Paolo aveva colto lo stesso segnale e stava ritirando dolcemente le mani.
Dopo aver contattato un altro punto sotto la scapola sinistra, il lavoro è continuato al cranio. Le mani di Paolo mi avvolgevano tutta la base della testa. Dopo poco tempo, si è irradiata al centro della testa una luce chiara, rotonda. Una luce “perfetta” che mi irradiava un senso di pura felicità. Una felicità estatica. Anche Paolo si è subito accorto che stava succedendo qualcosa di importante e me l’ha fatto notare. La luce aveva l’effetto di una calamita sul mio corpo: lo sorreggeva con fili invisibili, senza che io dovessi fare alcuna fatica.
Tutto era sorretto da lei.
Allo stesso tempo, provavo una sensazione di perfetta lucidità mentale e fisica e di assoluta facilità. Tutto era semplice e ordinato.
La mia percezione sembrava essersi allargata e potevo recepire con estrema calma e lentezza molti segnali contemporaneamente. Ho avuto la sensazione che si aprisse un terzo occhio interiore.
Anche ora, dopo averci dormito sopra, sento una larga sensazione di pace, morbida e rotonda. Sento il mio corpo affidato ad un potente principio ordinatore. Mi sento in uno stato di grazia.
Nicoletta
Operatore
È da un po’ di tempo, oramai, che al mio assestamento pre-sessione ho aggiunto un’appendice. Quale? Lascio che sia la Respirazione Primaria ad “impadronirsi” delle mie mani, ad impadronirsi di quella volontà che genera la danza verso il contatto. Anche questa volta è stato così. C’è già stato un primo holistic shift.
Il campo è congiunto, ovvero, il campo di relazione è sospeso nella Quiete. Le mie mani sono appoggiate e fluttuanti sul dorso dei piedi di Nicoletta. Emerge da subito un assestamento con qualità ventrali, fluide e distensive in questa zona dedita a nutrirsi del mondo. Sono sempre stupefatto, a dir poco, della precisione del piano di lavoro intrinseco del dott. Becker, il quale ringrazio non appena si presenta l’occasione.
Il sistema, con l’inesauribile volontà di mettersi al lavoro, di far emergere le innumerevoli ed agite intenzioni di salute, in tutte le sue accordature, fa scorgere un conosciuto pattern di compensazione: una tensione profonda che scorre tra la cresta iliaca e scapola sinistre di Nicoletta. Riconosco, accolgo ed accolgo ancora questa inerzia quale preziosa manifestazione di tutela dell’organismo intero. Lo faccio informando i campi della mia volontà di incontrare questo condizionamento e, successivamente, di instaurare un dialogo risorsante.
Seduto, quindi, alla sinistra di Nicoletta, accolgo con il tocco questo suo lato, il quale, eroicamente, ha deciso di mostrarsi. Questi suoi tessuti si rinfrancano, primariamente dal fatto di essere stati colti ed accolti. Con fondata e costruttiva lentezza, questa sua parte si ammorbidisce per come può, restituendosi alla fluidità concertistica del corpo sospeso e sostenuto nei campi di cura.
Ora, percependo una soffice informazione provenire dai vicini tessuti, scelgo di radicare questo Sì al lavoro contattando la sua scapola e le vertebre cervicali. È proprio attraverso questo contatto, mediato dal campo fluido, che la motilità dei tessuti mi richiama ad una possibilità di affermare un radicamento profondo alla salute. Ecco che un qualcosa, una sensazione che assapora di “decisività” inizia a far capolino.
A capo del lettino, con i palmi delle mani accolgo i temporali mentre le dita scivolano ai lati delle vertebre cervicali. Il campo, tutto, ma proprio tutto si approfondisce, tutto rallenta, si amplifica e la fisiologia di Nicoletta si adatta all’istante. Un senso di linea mediana quantica emerge dalla quiete dinamica, immensità che si radica nello spazio a partire dalla dorsalità di Nicoletta.
Lo scorrimento del tempo scompare, il corpo e i campi diventano eterni e lentamente l’insieme si carica di intenzione, emerge un aumento. Ed ecco che tutto ciò si compie in una Accensione: questo campo, intriso di priorità vitale a tutti gli effetti, s’imprime nel corpo. Accende silenziosamente ed immensamente ogni cellula attuando un ricongiungimento rinnovato con l’essenza, con l’origine di Nicoletta.
A tempo debito e con tocco gentile e deciso, questa Accensione al Concepimento accompagna le mie mani oltre il contatto fisico sospendendole nel corpo fluido. La regalità di sentirsi gregari e testimoni di fronte a tali manifestazioni, infervora la concretezza di un’evidenza: continueremo ad accenderci alla vita, in questo caso al concepimento, per tutta la vita.
A noi spetta lasciare che la radiosità della potenza possa fare il suo indescrivibile lavoro. Qualcosa in Nicoletta ha potuto congiungersi ad un innato, qualcosa è stato re-iscritto nelle sue cellule ancora una volta. Chapeau!